Jugoslavia - Iugoslavia
Storia dei francobolli.
Quando, all’indomani della prima guerra mondiale, venne costituito il Regno serbo-croato-sloveno, formato dai territori della Serbia, del Montenegro, della Bosnia-Erzegovina e da quelli sottratti all’Austria e all’Ungheria (Croazia, Dalmazia e province slovene), in circolazione vi erano i francobolli di tutti questi Paesi.
Alcuni, come i francobolli dell’Ungheria del 1913 e della Bosnia-Erzegovina del 1910, furono tenuti e riemessi con diverse soprastampe (in caratteri latini o cirillici), mentre altre vignette realizzate a Lubiana nel 1919 venivano destinate alle sole province slovene.
La nuova nazione non ebbe subito il nome di Iugoslavia, ma quello di Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, traduzione di Kraljevstvo S.H.S. La parola kraljevstvo (regno) non era sempre indicata, mentre le iniziali S.H.S. (Srba, Hrvata, Slovenaòa, cioè Serbia, Croazia, Slovenia) erano visibili su tutti i francobolli di allora, in soprastampa o stampate sugli esemplari originali.
Dopo tre anni di emissioni regionali, nel 1921 apparve la prima serie emessa per il territorio nazionale: si trattava di tre valori con soprattassa imposta a beneficio dei feriti di guerra: un francobollo raffigurava l’allegoria dei tre popoli che reggevano la corona imperiale, simbolo dell’unità nazionale.
Dal 1922 al 1924 questi tre tipi furono ripresi con una soprastampa che portava a un dinaro, cioè quadruplicava, il valore facciale iniziale di venticinque paras. Questo francobollo, come quelli appartenenti ad alcune emissioni successive (per esempio con l’effigie del re Alessandro I, neI 1923), venne stampato negli Stati Uniti dall’American Bank Note Company, la più importante tipografia americana del tempo, che stampava i francobolli postali per circa la metà dei Paesi del mondo.
Il termine Iugoslavia apparve per la prima volta nel 1931, su tre esemplari gravati di una soprattassa destinata al monumento dedicato alla memoria dei combattenti iugoslavi: nel 1929, infatti, il regno di Serbia, Croazia e Slovenia aveva mutato il nome in quello di Iugoslavia. Nel 1932, sei bei valori inaugurarono la rappresentazione dei paesaggi iugoslavi; questa serie festeggiò anche la vittoria della squadra nazionale ai Campionati europei di canottaggio. Nel 1934, in occasione della morte di re Alessandro I, vennero stampati i primi francobolli di lutto del Paese: non erano i soggetti originali, ma una ripresa di quelli in circolazione dal 1931 al 1934, soprastampati con una cornice nera. Nel 1935, dopo la prima apparizione dell’effigie dire Pietro II su quindici valori correnti, il tema si diversificò. Apparvero francobolli con soprattassa per il soccorso invernale il cui soggetto era una madre seduta nella neve con il bambino stretto al petto. Dopo l’effigie del fisico Nikola Tesla, in occasione dell'ottantesimo compleanno, furono diffuse le effigi dei giovani principi Tomislao e Andrija, su francobolli gravati di soprattassa a favore dell’infanzia bisognosa. Nel 1937 apparvero sfolgoranti costumi regionali su francobolli emessi per l’Esposizione filatelica di Belgrado; nel 1938 vennero proposti atleti delle diverse discipline per i IX Giochi balcanici di Belgrado.
Nel 1939 il profilo di Pietro II venne accompagnato, per la prima volta, dalla corona reale. In quell’anno la Iugoslavia celebrò il centenario delle Poste con cinque francobolli illustranti la storia dei trasporti postali (cavallo, carrozza, treno, autobus e aereo), tutti gravati di soprattassa a beneficio della Casa delle Poste di Belgrado. Sempre alla Casa delle Poste furono destinate le soprattasse di cinque nuovi valori emessi nel 1940, che presentavano impiegati postali intenti a svolgere le loro mansioni. Contemporaneamente venne emessa un'altra serie di cinque valori, dallo stile meno moderno, a beneficio della Casa delle Poste di Zagabria. Da allora le commemorazioni di avvenimenti postali e filatelici hanno occupato un posto via via crescente sul recto dei francobolli iugoslavi: congresso delle Poste, esposizioni filateliche e centenari di soggetti postali appaiono regolarmente più numerosi nelle nuove emissioni, che hanno la caratteristica di presentare temi e stili sempre più diversificati.